Neovasc, partner di GADA e leader nello sviluppo di tecnologie mini-invasive per la sostituzione della valvola mitralica transcatetere e per il trattamento dell’angina refrattaria, ha annunciato la pubblicazione sulla rivista scientifica JACC Cardiovascular Interventions di un case report che valuta le prestazioni del sistema Neovasc Reducer sul burden ischemico e sulla perfusione miocardica (JACC: Cardiovascular Interventions 2019, Volume 12, Issue 2, Pages e11-e13).
Il caso
L’articolo descrive il caso di un paziente di 66 anni con una storia di ipertensione, dislipidemia, infarti miocardici multipli e bypass, sintomatico per angina (CCS class 3) nonostante terapia medica massimale. Dopo valutazione medica, viene deciso l’impianto di Reducer e il controllo delle variazioni di burden ischemico e di indice globale di riserva di perfusione miocardica tramite risonanza magnetica cardiaca (RMC) a perfusione da stress.
Obiettivo del case report
Obiettivo degli autori di questo case report è mostrare come l’esame tramite RMC a perfusione da stress possa essere un metodo utile e oggettivo per valutare l’impatto dell’impianto di Reducer sul burden ischemico e sulla perfusione miocardica.
La RMC viene sempre più presa in considerazione come tecnica non invasiva “gold standard” in grado di valutare l’ischemia in pazienti con coronaropatia. L’utilizzo di uno strumento di imaging affidabile, non dipendente dall’operatore, come la RMC, fornisce – secondo gli autori – una maggiore comprensione dell’impatto del Reducer sul burden ischemico in pazienti con angina refrattaria.
I risultati clinici
Al follow up di 4 mesi, viene evidenziato un miglioramento nei parametri di perfusione:
- burden ischemico da 22.9% a 13.3%,
- indice globale di riserva di perfusione miocardica 1.61 da 1.25
- miglioramento del punteggio del questionario Seattle Angina da 45 a 73 punti
Mentre il “late gadolinium enhancement” rimane invariato.
Conclusioni
L’impatto positivo del Reducer si evidenzia al follow-up con la riacquisita libertà del paziente da angina che si riflette in un netto miglioramento della qualità di vita.
L’utilizzo in questo caso della RMC evidenzia il miglioramento quantificato e oggettivo anche del burden ischemico e dell’indice globale di riserva di perfusione miocardica.
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